lunes, 17 de marzo de 2008

ABOUT AEQ V.2 _ Federica La Paglia

Un viaggio attraverso la linea equatoriale, interviste e paesaggio. Tra orgogli e rivendicazioni, fotografie e musica, migrazione e vecchi ricordi. Un tracciato che, in qualche modo, arriva fino in Italia...


pubblicato lunedì 10 marzo 2008

Una rimembranza di vecchi documentari d’esplorazione, che scimmiotta un remoto gusto per l’esotismo, è l’impatto che si subisce guardando nei piccoli caleidoscopi appesi nelle sale del Museo romano. Il piacere per la scoperta degli antichi sguardi, che María Rosa Jijón (Quito, 1968; vive a Roma) aveva già proposto nel video realizzato col gruppo G2, segna il primo passo verso l’Equatore. In realtà è quasi un filtro da superare, una barriera mimata nella disposizione davanti alle fotografie e ai video che, insieme alle vecchie riviste e canzoni, compongono questo viaggio. O forse è la concretizzazione di una linea che prende corpo attraverso le geografie fisiche e umane proposte nelle immagini retrò. Perché il progetto in questione, sotto la sembianza cartografica, nasconde un’analisi sociologica più profonda, che prende le mosse da una mappa disegnata su un muro e si allarga alla vita di chi abita lungo la riga rossa che attraversa la cartina.

Juan Esteban Sandoval (Medellin, 1972; vive a Biella) e Jijón presentano dunque un progetto che conduce parimenti all’interiorizzazione del tema del viaggio, alla traduzione ed esplicitazione di spostamenti più profondi. Migrazione e rapporto tra identità culturale e contesto sociale sono temi attorno a cui ruotano le ricerche dei due artisti e del cineasta César Meneghetti, ideatore del progetto insieme a María Rosa Jijón. E questi elementi emergono anche dalle interviste agli abitanti dei vari Paesi lungo la linea, nascoste fra le trame di un dichiarato orgoglio di appartenenza a un luogo significativo, l’unico vero cuore di quella linea che divide il mondo. Quasi un’affermazione campanilistica portata fino in Italia, a Roma e a Biella. Riflesso personale (gli artisti provengono tutti dai Paesi interessati: Ecuador, Colombia e Brasile) di un movimento più ampio.

Una storia raccontata attraverso le storie e le voci altrui. Di certo, nulla d’autobiografico, se non il mettersi in gioco in prima persona, necessità dell’artista contemporaneo, nel suo ruolo politico da molti disconosciuto e che invece Sandoval e Jijón, latinoamericani, rivendicano. Con uno spirito di analisi ben diverso rispetto alla ricerca di un’altra ecuadoriana, Manuela Ribadeneira, che ha lavorato sulla linea equatoriale dividendola in metri (One meter of aequator) necessari per quadrare un territorio di cui impossessarsi.
Lo spazio che per la Ribadeneira è luogo di conquista, in AEquator assume invece una dimensione narrativa ed emotiva.


Federica La Paglia

mostra visitata il 7 febbraio 2008

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